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Fiammetta Calà - Buone pratiche che connettono scuola, quartiere e comunità

Le scuole sono il luogo dell’educazione e formazione per la società, ma sono anche attori urbani e parte integrante dei territori, radicate e connesse ai luoghi e alle comunità, alla loro evoluzione sociale. Sono luoghi di aggregazione sociale dove le diversità e competenze locali possono comporsi e collaborare per un cambiamento favorevole.

Negli ultimi anni alcune esperienze promosse dalle scuole raccontano di pratiche di cittadinanza attiva che generano valore materiale e culturale, sviluppando ed incrementando l’interazione con le famiglie, la comunità locale, il terzo settore, le imprese, il territorio.


La Scuola Di Donato si trova nel quartiere Esquilino di Roma, il quartiere multietnico intorno a Piazza Vittorio. Nel 2003, un gruppo di genitori, inizialmente uniti in Comitato e poi nell’Associazione Genitori Scuola Di Donato, stimolati dal Dirigente, avvia un processo di collaborazione tra le varie componenti della scuola e le istituzioni finalizzata alla valorizzazione del bene pubblico e comune, partendo dal ripristino dei seminterrati della scuola abbandonati da anni. Oggi, quegli spazi, insieme ai cortili e alla palestra, sono gestiti dall’Associazione offrendo, soprattutto in orario extrascolastico: laboratori, corsi formativi, iniziative di solidarietà e integrazione, attività sportive e musicali per bambini e adulti. La scuola è diventata uno straordinario centro di vita del quartiere, alimentato dalla continua partecipazione diretta e volontaria dei genitori, susseguitisi negli anni, rispetto alla programmazione delle attività, alla cura degli spazi scolastici e di quartiere. Il progetto è sostenuto anche dagli abitanti e inserito in una rete di collaborazioni con altre associazioni e enti che lavorano per la costruzione di una città a misura di bambino.


La Scuola Primaria Luigi Cadorna a Milano, si colloca nella posizione geograficamente sfidante tra l’agiata zona Fiera e il quadrilatero delle case popolari di San Siro. Il 40% dei bambini è di origine non italiana.

La scuola ha riconosciuto la necessità di un nuovo welfare comunitario più attento alla conciliazione famiglia-scuola-lavoro e avviato un processo di “centralizzazione” dell’edificio scolastico come luogo comune e condiviso in cui offrire, anche in orario extrascolastico, iniziative con valenza educativa e di qualità. Dal 2006, sono state avviate collaborazioni con associazioni locali, fondazioni e Consiglio di Zona. Nel 2007 è nata l’Associazione Cadorna. Oggi, la scuola è aperta a tutto il territorio e offre, oltre alle attività didattiche di responsabilità della scuola, attività extracurricolari gestite dall’associazione di genitori ed attività animate da altre associazioni che, in collaborazione con il Comune, promuovono occasioni di socializzazione e di partecipazione.


Il Progetto Cortili Scolastici Aperti a Torino ha dato avvio ad una pratica cittadina fondata sull’idea che l’apertura dei cortili in orario extra-scolastico rafforzi la connessione tra scuola e città, esprimendo ciò che la scuola è e deve essere: un bene comune. La riqualificazione dei cortili scolastici si è inserita nelle riflessioni avviate con il Piano Strategico per le aree gioco urbane. Essi potenzialmente possono sopperire le aree verdi mancanti, in alcune zone più che in altre.

La riscoperta dello spazio del cortile riqualificato rafforza il ruolo della scuola come risorsa del territorio. Il cortile scolastico entra a far parte del sistema cittadino delle aree gioco e diventa un luogo di riferimento per la comunità del quartiere, trasformandosi in luogo sicuro e privilegiato di gioco, di incontro e scambio.

La progettazione dei cortili è realizzata dagli alunni della scuola, in collaborazione con gli architetti di Torino Città Sostenibile, in un percorso di progettazione partecipata.

Il progetto ad interessa ad oggi nove cortili di scuole primarie e secondarie di I grado distribuiti su tutto il territorio cittadino.


La Biblioteca Osvaldo a Roveleto Cadeo in provincia di Piacenza è nata nel 2000 per volontà di dirigenza e insegnanti nell’Istituto comprensivo Cadeo e Pontenure, grazie ai fondi statali per lo sviluppo delle biblioteche scolastiche. L’idea innovativa è stata di voler dare alla biblioteca una connotazione territoriale, offrendo al Comune di Cadeo un servizio di cui era sprovvisto e la fondazione di un consorzio bibliotecario tra la scuola e i Comuni di Cadeo e Pontenure.

Osvaldo si configura quindi come uno spazio di apprendimento non solo funzionale alle esigenze della scuola, ma anche aperto a quelle della cittadinanza. La biblioteca cresce e si preserva grazie alle risorse della scuola, al contributo dei comuni e all’attività di fundraising svolta tra i genitori. Oggi lo spazio viene anche e soprattutto proposto e utilizzato come setting flessibile per azioni e sperimentazioni di didattica attiva e centro culturale del territorio.


In Italia sono molte le esperienze di questo tipo, in corso o già realizzate, che evidenziano il rapporto dialettico di reciproco arricchimento e innovazione che esiste tra scuola-territorio-comunità locale, essi stessi soggetti che cooperano nell’ottica di una costruzione condivisa di nuove forme di welfare e di trasformazione della città. Una contemporanea mobilitazione dal basso che esprime l’esigenza di fare in prima persona e prendersi cura del bene comune.



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