Gli olivettiani in Italia e nel mondo sono una categoria a sé. Sono diversi tra loro tanto quanto gli ambiti di pensiero e d’azione di Adriano Olivetti: impresa, tecnologia, innovazione, organizzazione della produzione, del lavoro, servizi sociali, formazione, pedagogia, psicologia, urbanistica, architettura, grafica e design. Sono uniti dalla comune passione per la riflessione sul ruolo dell’impresa nel contribuire attivamente alla qualità di vita di una comunità territoriale, combinando in modo integrato sviluppo economico, innovazione culturale, sviluppo individuale, coesione sociale e creatività, e in generale dall’idea di una società e vita più libera, bella e completa.
Adriano Olivetti ancora oggi è fonte d’ispirazione per molti, per chi ha avuto la fortuna di lavorare per l’azienda o incrociarne la strada, in quei decenni straordinari in cui Olivetti attirava a Ivrea le menti migliori e più innovative e si connetteva al mondo, o di leggerne l’ampia e straordinaria letteratura. Per Adriano Olivetti, inoltre, la priorità non era il profitto fine a sé stesso, ma la ricerca continua del benessere dei lavoratori e del mondo che li circondava.
La storia olivettiana, che parte con Camillo Olivetti e prosegue per molti anni dopo la morte del forse più noto figlio Adriano, è però purtroppo una storia ancora poco valorizzata in Italia, perché fuori dagli schemi su cui si è mossa principalmente l’imprenditoria e la cultura del nostro Paese.
Oggi, grazie ad una maggiore sensibilità all’impatto sociale ed ambientale delle attività economiche, e alla riscoperta del valore della prossimità e delle cooperazioni tra gli attori locali, si sta avviando una riscoperta dei valori olivettiani.
Dal 1 luglio 2018 Ivrea è finalmente diventata sito del Patrimonio Unesco in quanto “Città industriale del XX secolo”, riconoscendo il valore unico di una storia e un’eredità che è al contempo architettonica, urbanistica, produttiva e sociale. Molti progetti sono oggi in corso per recuperare questo patrimonio attraverso un rilancio economico per il futuro.
Via Jervis a Ivrea oggi, asse principale degli stabilimenti, uffici e servizi Olivetti
Associazione elle22
L’Associazione elle22 viene fondata nel 2020 a Bassano del Grappa (VI). Lo scopo dell’associazione è “promuovere un modello diverso del fare impresa, che abbia come riferimento i valori spirituali di Amore, Giustizia, Verità e Bellezza e che veda Uomo, Lavoro e Comunità crescere assieme in armonia ed equilibrio”.
Lucia Cuman
La Presidente dell’Associazione Lucia Cuman è figlia di Valentino Cuman, per anni concessionario Olivetti a Marostica (Vicenza), poi Spilla d'Oro Olivetti al merito. E’ cresciuta in casa “a pane e Olivetti”, assorbendo da suo padre una filosofia unica che arrivava a tutti coloro che ne entravano in contatto, e permane ancora.
Lucia Cuman oggi è titolare di STL Srl SB - Design e Tecnologia, con sede a Marostica, azienda che offre soluzioni di allestimento, arredo e tecnologia integrate per creare luoghi del lavoro improntati al benessere e alla bellezza.
- Lucia, ci racconti di tuo padre?
Da giovane mio padre faceva il garzone in un negozio di alimentari. Suo fratello era già concessionario Olivetti a Bassano del Grappa e l’ha convinto a intraprendere questa strada. Ha iniziato seguendo un corso ad Ivrea per 2-3 mesi. All’inizio mio padre girava le valli con la sua Vespa portando con sé una macchina Olivetti. Nel 1966, ha aperto un negozio Olivetti a Marostica. Mi racconta che era molto motivato perché sapeva che ogni macchina che vendeva gli consentiva di comprare un metro quadro di terreno. Ogni metro quadro della casa in cui vive è una calcolatrice. Era così appassionato che persino durante il suo viaggio di nozze è andato in pellegrinaggio a Ivrea, davanti al monumento di Camillo Olivetti!
Adriano Olivetti non c’era già più quando ha aperto l’attività, ma la parte commerciale dell’azienda era ben strutturata e contribuiva al grande successo dell’azienda. Olivetti dava un imprinting, uno stile a tutto, anche ai venditori: mio padre si vestiva sempre in giacca e cravatta, con il fazzoletto nel taschino abbinato al colore dei calzini, e aveva imparato a sorridere sempre.
Ogni concessionario aveva un’area ben delimitata, esclusiva e piuttosto piccola. In ogni paese nella nostra zona si può dire che ci fosse il campanile, il Comune e il concessionario Olivetti.
Valentino Cuman con alcune macchine storiche Olivetti
- Come parte il tuo attivismo nel “conoscere e far conoscere”, “crescere e far crescere”, “vedere e far vedere” Olivetti?
Ho organizzato la prima mostra nel 2016 a Marostica, perché volevamo celebrare i 50 anni dell'attività di mio padre, con un omaggio a Olivetti. La mostra aveva l’intento innanzitutto di far vedere i magnifici prodotti Olivetti, con un allestimento in cartone, semplice e molto sostenibile. Le collezioni erano di mio padre, mio fratello Marco e di Giorgio Bertolin un tecnico che ha lavora nella nostra azienda da oltre 42 anni, un vero collezionista Olivetti.
In parallelo abbiamo organizzato una conferenza sull’innovazione sociale, con lo scopo di creare una connessione ideale tra la nostra zona del Veneto (Vicenza, Valdagno, Schio) e quella di Ivrea. Da un lato molte persone di qua sono andate a lavorare ad Ivrea, dall’altra molti imprenditori della zona hanno portato avanti uno spirito olivettiano, a modo loro, mettendo l’uomo al centro: mi riferisco ad Alessandro Rossi alla guida della Lanerossi di Schio, che era vissuto 100 anni prima di Olivetti, e invece, negli stessi anni di Olivetti, Gaetano Marzotto dell’omonimo lanificio a Valdagno. Nel testo “Elea 9002” di Sergio Conti si racconta che Marzotto è stata la prima azienda che ha acquistato il primo computer commerciale totalmente a transistor del mondo, prodotto in circa 40 esemplari (Elea 9003). In quell’occasione abbiamo coinvolto i due nipoti: Matteo Marzotto e Beniamino De’ Liguori (figlio di Laura Olivetti, la figlia più giovane di Adriano Olivetti).
La mostra è stata allestita nel castello inferiore, dentro la città murata. Per me era importante però attivare anche il “fuori le mura”, la città più contemporanea. Abbiamo coinvolto i negozi e promosso la realizzazione nei loro spazi di una mostra diffusa. Veniva offerto loro un modello di vetrina, dando un’immagine coordinata e prestando delle macchine Olivetti da esibire.
Per questa prima mostra e eventi abbiamo fatto tutto molto in autonomia, con nostre risorse dell’azienda. Alla mostra, durata circa 215 giorni, sono venute circa 3.500 persone, è stata molto pubblicizzata e c’è stato il pienone durante la conferenza.
La prima mostra su Olivetti promossa dall'associazione elle22 a Marostica nel 2016
Una vetrina di un negozio a Marostica che partecipava alla mostra diffusa del 2016
- E dopo come avete proseguito?
Dopo la mostra mi era ancora più chiaro che volevo continuare a far conoscere di più la figura di Adriano Olivetti a tutti, indipendentemente dall’età, attività lavorativa, provenienza. Abbiamo quindi iniziato a dialogare con il Comune di Bassano del Grappa, le aziende, le associazioni, le scuole soprattutto gli istituti superiori, i commercianti
Abbiamo iniziato a preparare la mostra “Adriano Olivetti e la bellezza”, che poi si è svolta a cavallo tra il 2018 e il 2019. Per quella mostra abbiamo raccolto fondi soprattutto da piccole aziende del nostro territorio. La Camera di Commercio di Vicenza, attraverso il Centro Produttività Veneto, ha dato un significativo contributo. Circa 10 anni prima, avevo conosciuto questo Centro partecipando ai gruppi di studio sulla responsabilità sociale d’impresa, in cui si parlava anche molto della figura di Adriano Olivetti. Il presidente Antonio Girardi all’epoca mi ha detto: “se parli di Olivetti o fai una cosa strepitosa oppure non metterti neanche a farla”. L’ho guardato e gli ho detto: “noi faremo una cosa strepitosa”.
L’idea guida di questa nuova mostra era: cosa avrebbe fatto Adriano Olivetti con la tecnologia di oggi? La risposta per noi è stata: dalla macchina per scrivere all’allestimento digitale. Erano esposti i prodotti dell’Olivetti, che era fondamentale far vedere, ma nell’ambito di un allestimento molto tecnologico.
Mostra temporanea “Adriano Olivetti e la bellezza” a Bassano del Grappa, dicembre 2018 - gennaio 2019 (Associazione elle22, allestimenti e contenuti multimediali di Cristina Barbiani con Paola Perozzo)
Il tema guida della mostra era la “bellezza”, declinata nelle parole, nei prodotti, nei luoghi, nelle persone, nella ricerca e sviluppo. La mostra era affiancata da un programma di altre attività “vive” che ci permettevano di arrivare alle persone in diversi modi: una presentazione di Edizioni di Comunità, spettacoli teatrale, seminari e lezioni olivettiane nelle scuole. Alcuni ragazzi potevano fare le guide alla mostra, attraverso l’alternanza scuola-lavoro: Abbiamo anche assunto quattro ragazze in quel momento disoccupate.
Oltre tutte le nostre previsioni, la mostra è stata da stimolo e sono stati organizzate in autonomia altre attività, ad esempio: un reading, un workshop di un weekend con artisti, uno spettacolo musicale con giovani. Tutte le settimane avveniva qualcosa.
A fine gennaio, alla conferenza finale, mio marito Gianfranco ha molto insistito affinché il nostro gruppo di appassionati, che si era affiatato durante l’organizzazione dell’evento, fondasse un’associazione, per poter continuare a divulgare il pensiero olivettiano. Si è trattato quasi di una scelta obbligata in quanto nell’attuare qualsiasi progetto diventava difficile presentarmi come singola imprenditrice, anche per il fundraising. C’era bisogno di creare un ente, darci una struttura e una mission chiara.
L’Associazione elle22 è stata costituita il 27 febbraio 2020, data dei 60 anni dalla morte di Adriano Olivetti. In seguito il Covid ci ha travolti e non è stato facile portare avanti le attività.
Alcune attività dell’Associazione elle22
- Come si possono promuovere concretamente i valori olivettiani oggi nel contesto locale in cui opera la tua azienda?
Credo che la cosa più importante sia trovare ogni occasione giusta per parlarne, perché i temi e i valori olivettiani sono talmente ampi, coprono molti campi e interessano, se conosciuti, molte persone. Ad esempio recentemente abbiamo fatto un workshop sui valori spirituali di Adriano Olivetti e sul valore dell’amore abbiamo coinvolto Don Andrea Guglielmi, abate a Bassano, che a modo suo si ispira ad Olivetti e ha fatto un intervento bellissimo. Abbiamo poi scoperto che un suo collega sacerdote aveva fatto una tesi su Olivetti. Portato all’oggi, parlare di Olivetti significa anche parlare di giustizia, ad esempio in termini di genere. Era un’azienda maschile, ma c’erano anche molte donne. Una donna era a capo dei servizi educativi. Olivetti aveva anche un grande interesse per la natura e il paesaggio, che si ritrova nei progetti architettonici (ad es. gli stabilimenti di Pozzuoli) e nell’urbanistica: questo è un altro tema molto attuale e di grande interesse.
- Qual è l’elemento dell’eredità olivettiana che consideri più straordinario?
La sua attualità. Un po’ perché Olivetti era molto trasversale, un po’ perché i principi sono ancora validi. La base di questa contemporaneità è l’aver messo in luce l’importanza di considerare il rapporto tra persona e macchina. Olivetti aveva capito che la tecnologia è un’enorme potenzialità ma non deve alienarci, sia sul posto di lavoro sia nell’uso quotidiano quali consumatori. Per superare questo rischio, riteneva fondamentale investire da un lato in ricerca e sviluppo, dall’altra nell’organizzazione della vita lavorativa, per consentire alle persone di liberare del tempo per sviluppare sé stesse, coltivare i propri talenti. Quest’idea si riverbera anche nella progettazione di una città vivibile, diffusa, integrata nella campagna, sempre a misura delle persone.
- Quale lettura di Adriano Olivetti o sull’Olivetti consiglieresti e perché?
Sono molte, non so riesco ad indicarne una sola! Dipende molto da quello che interessa alla singola persona, perché Olivetti è stato così poliedrico.
Un libro che per me è stato importante è “Il mondo che nasce”, che riporta una decina di suoi discorsi. Da leggere per conoscere bene Adriano sono anche i libretti di Edizioni di Comunità, che raccolgono altri suoi discorsi e testi: “Ai lavoratori”, “Democrazia senza partiti”, “Il cammino della comunità”, “Le fabbriche di bene”, Noi sogniamo il silenzio”.
Un altro libro molto utile per conoscere Olivetti a tutto tondo è “Universo Olivetti”, pubblicato da Edizioni di Comunità. Consiglio caldamente, ma credo sia quasi introvabile, “Uomini e lavoro all’Olivetti” a cura di Francesco Novara, responsabile per 30 anni del centro psicologia Olivetti, che raccoglie interviste a molte persone che hanno lavorato in Olivetti. Ricordo in particolare la descrizione di come faceva i colloqui di lavoro.
“Congegni sapienti” di Caterina Cristina Fiorentino è uno libro straordinario sullo stile Olivetti. “L’idioma Olivetti 1953-1979” di Caterina Toschi racconta l’identità visiva di Olivetti, applicata anche ai negozi, mostre, scuole. Consiglio anche “Le Corbusier e Olivetti”, scritto a Silvia Bodei, che racconta la storia di un progetto mai realizzato che avrebbe fatto incontrare due personalità straordinarie.
In conclusione suggerisco anche di vedere gli straordinari spettacoli teatrali su Camillo e Adriano Olivetti, regia di Gabriele Vacis, con Laura Curino.
Comments