Il Polo Primo Maggio è un innovativo Patto di Comunità stipulato a Brescia, per l’omonimo quartiere Primo Maggio, tra undici soggetti: Comune, OMB Saleri, Fraternità Sistemi, Parrocchia, Centro Diurno Rose, Associazione Facciamo Centro, Associazione Balconi Azzurri, Cooperativa Rondine, Consiglio di Quartiere, Cisom-Ordine di Malta, Associazione Mamma e Papà Separati Italia-Odv.
Un'iniziativa innovativa avviata da una impresa privata, l’azienda meccanica OMB Saleri, tipica della tradizione manifatturiera bresciana. Si tratta di un’impresa famigliare di successo, tecnologicamente avanzata, che produce valvole per la gestione di gas (GPL, metano, idrogeno) sotto pressione che vengono utilizzate sui veicoli. L’azienda nel 2021 ha raggiunto un fatturato pari a 55 milioni di euro, con 240 dipendenti. Come sostiene il Presidente Paride Saleri: “Noi imprenditori siamo parte della comunità in cui operiamo. Dobbiamo smettere con l’idea dell’industria usata come bancomat. Dobbiamo invece confrontarci con il territorio, per migliorarlo dal punto di vista sociale.”
Per mesi, i soggetti coinvolti si sono incontrati per analizzare i bisogni del quartiere, per co-progettare e definire insieme un programma triennale di attività: il patto di Comunità è il risultato della sinergia e del lavoro fatto insieme condividendo l’obiettivo di creare una comunità in grado di generare opportunità e alternative per i propri cittadini e di sviluppare fiducia e motivazione.
Il quartiere Primo Maggio si trova nella periferia ovest di Brescia. Il nucleo originario del quartiere Primo Maggio risale a metà degli anni ’20 del Novecento. Le prime 25 case bifamigliari furono costruite dall’Istituto per le Case Popolari per operai e impiegati degli stabilimenti vicini (Togni, Tempini, Caffaro, Omb). Inizialmente denominato “XXI aprile” (“festa del lavoro” del regime), nel 1946 venne ribattezzato 1° Maggio. A partire dagli anni ’70 il quartiere è cresciuto, vedendo l’incremento delle dotazioni residenziali e la diminuzione delle aree industriali. Oggi nel quartiere risiedono circa 2.500 abitanti.
Il Patto prevede la realizzazione di una serie di iniziative: un laboratorio di cucito e rammendo, corsi di alfabetizzazione digitale per persone anziane e di origine straniera, attività per la lettura destinata ai bambini e alle bambine, incontri di lettura per adulti, il collegamento delle biblioteche del quartiere al sistema cittadino, la partecipazione e la promozione di eventi culturali, la nascita della scuola calcio presso l’Oratorio.
Il quartiere Primo Maggio a Brescia oggi
Il valore fondamentale del Patto è l’unione delle forze e capacità di soggetti diversi, uniti dal radicamento nel quartiere e volontà di migliorarne le caratteristiche di inclusione sociale, attrattività e dinamismo culturale. Si tratta di un vero e proprio esempio di costruzione di “valore urbano condiviso”, che affianca e rafforza le politiche e iniziative già in atto, promuovendo welfare generativo di prossimità. Il programma si fonda sulla visione lettura condivisa delle sfide specifiche di un territorio, co-progettazione di progetti di innovazione sociale, evoluzione nel tempo per aumentare efficacia, relazioni e quindi fiducia e senso di appartenenza e cura.
Il Comune ha accolto molto positivamente l’iniziativa dell’azienda, mettendosi in gioco per creare un partenariato reale e dinamico pubblico-privato-terzo settore, innovando nelle rigide maglie dell’approccio della pubblica amministrazione nei confronti delle iniziative spontanee del privato. Francesca Megni, responsabile del servizio sociale zona ovest del Comune afferma: “Partiamo dalla convinzione che il ruolo del Servizio Sociale è promuovere, sviluppare e sostenere interventi di comunità, finalizzati al miglioramento del benessere sociale e della qualità di vita delle persone che vivono nella comunità, con particolare attenzione alle persone fragili”. Il Comune ha messo a disposizione per le attività i propri locali in via Presolana 30, che ospitano il centro il Centro aperto per gli anziani e, a breve, anche il Centro diurno Ferrante Aporti.
I locali del Comune in via Presolana 30, adeguatamente attrezzati per le attività
L’aspetto molto interessante è che l’iniziativa sia stata promossa da un’azienda manifatturiera, molto radicata sul territorio ma rivolta ad un mercato nazionale e internazionale. L’ottica che muove Saleri, partendo da una formazione in economia e diritto e vicinanza agli ideali democratici liberal-socialisti, è un riflesso dell’approccio con cui gestisce l’azienda, guidato dal rispetto umano e professionale e dalla valorizzazione dei propri collaboratori. La concezione di responsabilità sociale d’impresa che promuove va oltre la donazione o sponsorizzazione occasionale, la “beneficienza”. L’azienda ha scelto di non essere indifferente ma “immergersi” nella realtà sociale locale, proponendosi come attore della comunità che dialoga e progetta cambiamento insieme a soggetti molto diversi, che parlano e agiscono in modo diverso, ma verso obiettivi di benessere della comunità convergenti. L’obiettivo non è la promozione di una sostenibilità di facciata, bensì l’azione concreta locale, evolutiva e molto più impegnativa, trasparente e realmente valutabile dai propri lavoratori, fornitori, clienti, dagli abitanti del quartiere e dai partner locali.
(Grazie a Giovanna Montiglio di OMB Saleri per informazioni, materiali e calorosa assistenza)
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